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Storie di ritorni

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Da mesi pensavo che per tornare a pubblicare sul blog avrei avuto bisogno di una notizia, un argomento, qualcosa da dire. Scrivere su Internet è ormai attività comune a chiunque, ciascuno di noi lo fa almeno una decina di volte al giorno postando sui social i suoi stati d’animo, le sue ricette o le sue abluzioni da toilette.
Col risultato che quasi più nulla risulta interessante, tutto si confonde nel gran frastuono del display, niente di ciò che leggiamo ci tocca veramente, e anche per scrivere l’aver qualcosa di urgente da comunicare non è più conditio-sine-qua-non. Dunque mi ripetevo: perché insistere a sbrodolar anch’io parole egocentriche e onanistiche quando lo fanno già tutti gli altri?

Ma circa una settimana fa, inaspettatamente, sul web ha iniziato a rimbalzare la notizia dell’uscita di “When you really loved someone”, nuovo singolo di Agnetha Fältskog, preludio a un album con dieci brani inediti, in vendita a partire dal prossimo 13 maggio, a 9 anni dall’ultimo cd da solista e a ben 31 dall’ultimo 45 giri degli Abba.

Ecco.. questa mi sembrava una buona occasione per tornare a digitare sul mio blog.

E non tanto perché nei miei anni giovanili ho adorato gli Abba e Agnetha, non tanto perché questa mia passione mi ha portato a costruire una trama da romanzo attorno alla loro figura, né perché, ogni volta che esce un rumor su una probabile rentrée di uno o tutti gli elementi del gruppo, ricevo almeno dieci-quindici messaggi da conoscenti e sconosciuti che si sentono in dovere di avvisarmi all’istante neanche si trattasse del ritrovamento di un mio parente scomparso da tempo.
No.. il motivo per il quale ha senso e fa piacere segnalare la notizia e condividerla sta nelle parole col quale uno dei miei contatti di lavoro, preso proprio da questo bisogno di notificarmi una notizia che sentiva potesse appartenermi, ha sintetizzato il suo piacere di non-fan a condividerla con me:
“We all love a comeback story”

Eh sì.. credo sia proprio così. Tutti ci appassioniamo a una storia di ritorni.
Sia per il fatto che ci danno l’illusione di tornare giovani, sia perché ci scatenano addosso quell’agrodolce gusto di malinconia al quale non sappiamo dire di no, sia invece perché ci regalano la speranza che possa sempre esserci una seconda, una terza, un’ennesima possibilità, le trame che ruotano attorno a un ritorno ci regalano quell’attimo di emozione e di serenità, ristabiliscono per qualche istante la pace tra noi e il mondo.
Anche quando si tratta solo di una diva del pop ormai attempata e di una canzonetta dal sapore demodé, l’accorgerci che quella di ritornare resta un’ipotesi possibile, e che ci si può ritrovare, è sempre buona musica per la nostra anima.


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